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Franz Liszt - Confessioni di un musicista romantico

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Le Confessioni di un musicista romantico (Franz Liszt, 1811 – 1886) apparvero sotto forma di “lettere” sulla Revue et Gazette Musicale. Tradotte in tedesco, formarono il secondo volume della raccolta degli scritti lisztiani. La prima pubblicazione in volume, nell’originale francese (Lettres d’un bachelier ès musique), è dovuta a Jean Chantavoine, biografo e studioso di Liszt...

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18,00 €

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Pagine120
AutoreFranz Liszt
Anno2017
GenereMusica
LinguaItaliano
EditoreRipostes
FormatoBrossura

Descrizione

Le Confessioni di un musicista romantico (Franz Liszt, 1811 – 1886) apparvero sotto forma di “lettere” sulla Revue et Gazette Musicale. Tradotte in tedesco, formarono il secondo volume della raccolta degli scritti lisztiani. La prima pubblicazione in volume, nell’originale francese (Lettres d’un bachelier ès musique), è dovuta a Jean Chantavoine, biografo e studioso di Liszt, che nel 1912 curò la ristampa delle presenti lettere, precedute dal saggio De la situation des artistes et de leur condition dans la société, e dalla Lettre d’un voyageur à M. George Sand (usciti anch’essi sulla Gazette Musicale nel 1835) sotto il titolo di Pages Romantiques. Queste pagine riflettono con tale evidenza le caratteristiche del periodo romantico, da aver indotto lo stesso Chantavoine a considerarle “appartenenti al loro tempo non meno, e talora forse più, che al loro autore”. Già nel suo lungo scritto Sulla situazione degli artisti il ventiquattrenne Liszt si era assunto con baldanzosa fierezza il compito di combattere con la maggiore energia tutti i pregiudizi che intralciavano il cammino degli artisti e dei musicisti in particolare, e di affermare il loro diritto – ch’egli considerava troppo a lungo trascurato e misconosciuto – ad esser posti sullo stesso piano dei filosofi, degli scienziati, dei politici. Ma tutto ciò non toglie che traverso le lettere di Liszt si colga la potenza universale, e modernissima, anzi postmoderna, del “pubblico”, della dimensione informazionale, che permea la cultura. Sì che si possa una volta di più osservare: quanto più romatico, tanto più postmoderno...

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